È uscito per Red Star Press il libro a cura del Laboratorio Crash! “Il campo di battaglia urbano. Trasformazioni e conflitti dentro, contro e oltre la metropoli”. Riportiamo in seguito l’indice e l’introduzione al volume.
Qui il link al lancio del libro a Bologna, il 10 ottobre.
INDICE:
INTRODUZIONE
LA MILITANZA AUTONOMA ALL’ASSALTO DELLA METROPOLI – Laboratorio Crash!
ISTANTANEE DI LOTTA – Foto a cura di Michele Lapini e Sandro Pellicciotta
SEZIONE 1: #TEORIE E PERCORSI
UNA CITTÀ-PIANETA? – Introduzione alla traduzione di Quand la ville se perd dans la métamorphose planétaire di Henri Lefebvre
QUANDO LA CITTÀ SI DISSOLVE NELLA METAMORFOSI PLANETARIA – Henri Lefebvre
TUTTO UN PROGRAMMA DI RICERCA – Raffaele Sciortino
LA VIOLENZA DEI RICCHI E L’INTELLIGENZA DELLE PERIFERIE – Sonia Paone e Agostino Petrillo
INVENTARE IL PASSATO, ESTRARRE BELLEZZA. PER UNA CRITICA ALL’ESTETICA DELL’URBANO – Giovanni Semi
SEZIONE 2: #L’URBANO OGGI
APPUNTI SU CITTÀ E PIATTAFORMA. DENTRO E OLTRE LA METAFORA – Alberto Valz Gris
PROMESSE, CONTRADDIZIONI E SFIDE DELLA CITTÀ-METROPOLI NEL CAPITALISMO HIGH-TECH – Ugo Rossi
CRITICA DELL’URBANIZZAZIONE DIFFUSA – Tiziana Villani
DONNE NELL’URBE. EMERGENZA SECURITARIA, VIOLENZA E INTERDIZIONE DEGLI SPAZI NEL DISCORSO PUBBLICO SULLA CITTÀ CONTEMPORANEA – Silvia Pitzalis
SEZIONE 3: #CONFLITTI
POLITICITÀ DEL RIOT – Simona de Simoni
TERRITORI SUBALTERNI, CITTÀ GLOBALIZZATE E AUTONOMIE. PER UNA CRITICA PARTIGIANA DELLO SPAZIO CAPITALISTICO – Emilio Quadrelli
L’EFFETTO CONTAGIO DEI MOVIMENTI URBANI GLOBALI – Intervista a David Harvey
UNA METROPOLI URBANA E SOCIALE – Felice Mometti
SEZIONE 4: #ANALISI MILITANTI
DENTRO I PANORAMI DELL’URBANIZZAZIONE PLANETARIA – infoaut.org
IL DIVENIRE HUB DELLA CITTÀ GLOBALIZZATA – infoaut.org
IL DIRITTO ALLA CITTÀ: UN CAPITOLO MANCANTE, ANCORA DA SCRIVERE? – infoaut.org
OTTO TESI SULLA TURISTIFICAZIONE – infoaut.org
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INTRODUZIONE
Il volume che avete in mano è un punto di arrivo e di partenza allo stesso tempo, e raccoglie alcuni dei numerosi contributi che hanno composto un percorso di ricerca collettiva durato un paio d’anni. La selezione dei testi è dunque solo il parziale resoconto di un dialogo in fieri sviluppatosi tra docenti, ricercatori e ricercatrici, militanti e attivist* sul tema delle trasformazioni dell’ambiente urbano ai giorni nostri. Dal numero di significati ampio, quasi sterminato, i concetti di “urbanizzazione” e di “metropoli” proprio a partire da questa elusività ci sono sembrati tra i più adeguati per indicare una territorialità agita da tensioni centrifughe e centripete allo stesso tempo. Un’organizzazione dello spazio sempre differente da contesto a contesto, ma che allo stesso tempo presenta alcune significative invarianze. I processi di urbanizzazione e il divenire metropoli dell’intera superficie planetaria sono da concepire sempre più come figure instabili. Queste si definiscono tra l’aumento esponenziale dei flussi e l’incessante posa di nuovi confini, attraverso i continui tentativi di mettere in forma tali dinamiche e costanti de-bordamenti. Il tutto all’interno di un percorso di costante ridefinizione, in cui i soggetti che abitano queste nuove territorialità le ridisegnano senza sosta così come ne sono a loro volta disegnate.
Questo dialogo collettivo è nato dalla volontà e dalla necessità di affinare l’analisi sulle trasformazioni profonde in corso di un urbano che fuoriesce da se stesso quale passaggio strategico del contemporaneo. Cambiamenti dovuti a fattori endogeni ed esogeni, a transizioni nei modelli di governance e all’economia globalizzata, al mutamento nelle relazioni tra le università e le città, all’impatto sempre più forte del turismo e alla ristrutturazione in nome della “razionalità logistica” del tessuto produttivo e riproduttivo e tanti altri processi ancora. Questa serie di smottamenti ha dato l’innesco al percorso, che ha trovato spinta anche dal doversi subito confrontare su dati prettamente materiali. Nei panorami urbani emergenti infatti le dinamiche politiche e dei movimenti sono profondamente coinvolte in un vortice di mutamenti che procede in simultanea con quanto appena indicato, necessitando di trovare nuovi ancoraggi analitici e nuovi riferimenti teorici. Cambia infatti il significato politico delle pratiche e dei percorsi di lotta urbana che meritava a nostro avviso di essere messo in rilievo all’interno di una dimensione di dibattito come quella costruita per produrre questo libro.
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Come leggere l’esplosione di applicazioni di home sharing come Airbnb senza legarla alla sempre più forsennata corsa al rialzo dei prezzi delle case? Come situare l’attacco frontale al movimento per il diritto all’abitare senza definire un ambiente politico-istituzionale mosso dalla volontà di mettere a profitto interi quartieri all’insegna della rendita? Come leggere la disgregazione nel tessuto sociale delle periferie se non attraverso i processi di marginalizzazione, di espulsione dai centri e l’assoluto disinvestimento in termini di welfare e prestazioni sociali nelle zone esterne alle aree turistiche? E ancora, come non poter collegare l’esplosione del lavoro nero o sottopagato dentro le catene del food delivery, o nelle migliaia di esercizi di ristorazione, con la narrazione del cibo come brand con cui dall’alto si cerca di costruire nuove immagini delle città? Come descrivere la situazione nelle periferie cittadine senza soffermarsi sul ruolo sempre più importante degli interporti o dei grandi magazzini di aziende multinazionali della logistica, teatri di numerosissimi conflitti sul tema del salario dove quotidianamente migliaia di operai e operaie passano gran parte della loro vita?
A queste e altre domande si è cercato di abbozzare qualche risposta attraverso l’organizzazione di due convegni a Bologna. Il primo, tenutosi il 3 ottobre 2017 al Naut/ilus Autogestito, dal titolo “Città, spazi abbandonati, autogestione”. Il secondo, tenutosi il 30 e 31 maggio 2018 al Laboratorio Crash!, intitolato “Per una critica della città globalizzata”. In questi due appuntamenti abbiamo cercato di descrivere alcune delle coordinate del dibattito, provando a immaginare i convegni non solo come momenti di esercizio teoretico, ma anche come strumenti per la pratica politica.
L’ipotesi di guardare alle mutazioni dell’urbano a partire da uno sguardo partigiano che si attestasse nei suoi bordi mobili della mutazione urbana ha poi portato alla costruzione di un ulteriore momento di dibattito, “Peripherique”. Svoltosi anch’esso negli spazi del Laboratorio Crash!, tra il 16 e il 17 novembre 2018, ha permesso di affinare ulteriormente alcuni ragionamenti e di confrontare anche ipotesi politiche derivanti da ambienti spaziali e politici differenti su scala transnazionale.
Una sintesi dei lavori di tutti i convegni è stata poi riportata su infoaut.org, sotto forma di due ebook riassuntivi. Sul portale si possono inoltre trovare ulteriori contributi, preliminari e successivi ai convegni. Il quadro che crediamo ne derivi è che alcune delle trasformazioni in atto abbiano un significato che va ben oltre la dimensione locale delle città. Declinazioni analoghe di simili processi ci conducono all’idea che quello che, forse in modo improprio, continuiamo a chiamare città, sia un fenomeno sempre più globalizzato, leggibile alla stregua di una piattaforma per l’estrazione di valore e per la sua privatizzazione a beneficio di un numero esiguo di individui che si riproduce simultaneamente a molteplici latitudini.
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L’idea della città come campo di contesa, come terreno di un continuo confronto a intensità variabile tra differenti classi sociali, ha nutrito lo sviluppo del dibattito. L’ipotesi di una sempre maggiore separazione e divaricazione tra differenti settori dell’urbano in termini di ricchezza, possibilità, stili di vita, si è confrontata con la scoperta di confini non rigidi tra le varie parti, ma piuttosto mobili, porosi, finalizzati all’estrazione di plusvalore. Il moltiplicarsi dei contrasti tra le periferie e i centri, concetti intesi entrambi in termini sociali e politici più che meramente spaziali, e la progressiva emersione di nuove forme di “operaietà metropolitana”, ci paiono oggi indicare ritmi della lotta di classe del nuovo millennio tutti da indagare e coi quali sincronizzarsi. Ciò detto, in questo testo chiaramente non è possibile andare più in là dell’indicazione di una serie di tracce di ricerca per chi, all’interno del disordine dei territori d’oggi, intende muoversi per un loro completo stravolgimento e continua ostinatamente a cercare prospettive di autonomia e liberazione.
È a partire da questa direzione che il libro si apre con un contributo a cura del Laboratorio Crash! che, corredato da un apparato fotografico, sviluppa alcune riflessioni sulla militanza autonoma nei territori d’oggi e formula una serie di ipotesi d’azione e di lavoro politico per il futuro. Vengono in seguito proposte quattro sezioni. La prima, Teorie e percorsi, comprende interventi capaci di restituire un primo inquadramento teorico ai temi affrontati. I testi riguardano l’evoluzione di concetti come quello di “diritto alla città” all’interno della progressiva traiettoria di urbanizzazione planetaria, nelle parole di uno dei più grandi teorici dell’urbano, Henri Lefebvre; una presa di posizione di Raffaele Sciortino sulla corsa alla riorganizzazione degli spazi urbani e sulla contemporanea messa a valore da parte della finanza della produzione e della riproduzione sociale; alcune considerazioni di Sonia Paone e Agostino Petrillo sul rapporto centro-periferia dal punto di vista delle diseguaglianze prodotte dallo sviluppo capitalistico, dei meccanismi di messa al lavoro e marginalizzazione delle periferie, ma anche delle possibilità di queste ultime di poter scagliare contro i centri la loro “intelligenza”; infine, una riflessione di Giovanni Semi sulla progressiva costruzione di una particolare estetica dell’urbano, basata su gentrificazione, brandizzazione e utilizzo creativo della storia dei territori.
La seconda sezione, L’urbano oggi, individua alcuni elementi su cui poter costruire ulteriori prospettive di analisi sul tema. Queste possono essere declinate nel senso di un ambiente urbano sempre più gestito e organizzato sul modello di una piattaforma, come descritto nel contributo di Alberto Valz Gris; a cui segue l’intervento di Ugo Rossi, che ci mostra come lo sviluppo delle tecnologie digitali trasformi le città in senso capitalisticamente smart, conducendo all’emergere di nuove forme di estrazione di profitti e pratiche di sfruttamento – spesso nascoste sotto il velo di definizioni ingannevoli come quella di sharing economy. Ma si ragiona anche nel senso della critica all’imporsi di una processualità unica delle trasformazioni urbane, tutta giocata sul senso della perimetrazione e dell’esclusione sociale, come descritto da Tiziana Villani. Narrazioni che hanno dunque un impatto anche sui soggetti e sulle forme di disciplinamento che questi subiscono anche a partire dalle trasformazioni dell’ambiente urbano: esempio ne è la descrizione dell’essere “donna nell’urbe” a cura di Silvia Pitzalis.
La terza sezione, Conflitti, si sviluppa iniziando dall’intervento di Simona de Simoni sulla necessità di leggere in chiave fortemente politica numerosi esempi di esplosione di conflitti, talvolta anche molto duri, dentro e contro le città. Città intese come spazi in cui si esprime una violenza strutturale, sistemica, a cui il riot è spesso una “naturale” risposta. Prosegue con le considerazioni di Emilio Quadrelli sulla messa a valore dello spazio urbano, in cui “territori del nulla” si giustappongono ai centri che direzionano le forme di sfruttamento e privatizzazione della ricchezza sociale. Uno scontro che riguarda ovviamente anche le soggettività aderenti all’uno e all’altro progetto delle classi in scontro. A seguire, un’intervista a David Harvey, in cui si tracciano a partire dalla ricostruzione della traiettoria intellettuale dello stesso Harvey alcune coordinate con cui guardare al fenomeno dell’urbanizzazione planetaria. E, con questa, all’esplosione di movimenti urbani su scala transnazionale. Chiude la sezione un testo di Felice Mometti, dove si affronta un’analisi dei principali processi che stanno ridefinendo la produzione nello spazio urbano, dalla soggettività migrante ai processi di gentrificazione, passando per la sempre maggiore messa a valore della dimensione riproduttiva anche attraverso la sussunzione della cooperazione sociale informale.
La quarta sezione, Analisi militanti, comprende invece una serie di testi pubblicati sul portale di movimento InfoAut. Nei contributi si riprende la quasi totalità dei temi discussi nelle altre sezioni, provando a mettere in fila una serie di ipotesi di lavoro per l’azione politica. Dal ruolo che gli spazi sociali nel territorio urbano hanno e possono avere divenendo luoghi centrali nell’organizzazione di conflitti, all’analisi dei meccanismi di funzionamento su chiave transnazionale dei processi di turistificazione in vista di una loro possibile messa in discussione, i contributi si muovono all’interno dello spazio globale di urbanizzazione dell’esistente, provando a ibridare l’idea del diritto alla città sviluppata da Lefebvre con riflessioni sviluppate al giorno d’oggi, in cui le città diventano sempre più globali. Città dove convivono sempre più forme di organizzazione dello spazio derivanti da contesti differenti, e che sono sempre più sconvolte, trasformate da nuovi progetti di messa a valore. Ma anche da nuove possibilità per i soggetti che subiscono l’impatto di queste innovazioni di agire e ribaltare i rapporti di forza ora ad essi avversi.